martedì 17 maggio ore 20. 45 | Chiuppano – Auditorium | ingresso libero
Paolo Malaguti, penna sensibile e incisiva che segue le impronte di personaggi minuti, storie sommerse e territori così vicini a noi da dover essere rimessi a fuoco, percorre nell’ultimo suo romanzo una nuova “strada senza traccia”, come già in Se l’acqua ride (2020), e riannoda i fili della vita di Agostino Faccin, che tutti chiamano «il Moro», per parlarci di libertà, di pace, di guerra e di montagna. Inizialmente malgaro, poi guardiano del nuovo rifugio sul Monte Grappa e guida dei primi escursionisti che alla fine dell’Ottocento arrivavano dalla pianura, il Moro è una figura leggendaria e realmente esistita, un poeta degli sguardi e dei silenzi rivolti alla “sua” cima, alla sua “Grapa”, dove il passo lento e solitario diventa luogo di desideri, pensieri, segreti e ideali.